Una giornata a Huacachina
Giramondo

Una giornata a Huacachina.

Dunebuggy e sandboarding in un contesto indimenticabile: il deserto del Perù

In viaggio di nozze avevamo previsto un solo giorno su quindici di riposo. La sera prima di questo memorabile evento eravamo così stanchi che abbiamo scelto di farci consegnare la cena in camera.

Il progetto iniziale era, evidentememte, quello di restare spiaggiati nella piscina dell’hotel.

Però, mentre leggevamo le informazioni turistiche sui dintorni di Paracas scopriamo di essere a poche ore di distanza da Huacachina, la più famosa oasi del deserto peruviano (sí la parte sud del Perù è deserto). Io già morivo dalla voglia di sostituire la giornata di relax con una escursione da un giorno. Il novello sposo, invece, continuava a subire il fascino dell’acqua cristallina. Eravamo in una drammatica situazione di stasi, che siamo riusciti a superare brillantemente allorquando l’uomo ha scoperto che se avessimo fatto l’escursione ci avrebbero portato in dune Buggy e che ci avrebbero fatto fare sandboarding.

Non potete immaginare l’entusiasmo del quindicenne che, ahimè, tuttora dimora in lui.

Dunque infine immoliamo la nostra unica  giornata di comodo riposo a bordo piscina sull’altare dell’oasi del deserto con tanto di boschetto di palmizie e  laghetto con le papere ed i pedalò.

Nel tragitto ci fanno vedere una fabbrica di pisco in cui cercano di farci acquistare questa sorta di acquavite peruviana, noi opponiamo una strenua resistenza. Arriviamo e saliamo su questa macchina molto poco rassicurante con la quale saltiamo giù dalle dune con effetto montagne russe (che se io le odio ci sarà un perché), arriviamo dove ormai l’occhio vede solo enormi distese di sabbia, talvolta mosse con violenza dal vento e ci escono le tavole per surfare sulle dune.

Io chiaramente sono molto esitante, mentre il Brie sembra proprio abbia deciso di lasciarmi vedova dopo appena due settimane. L’ultimo lancio che ha fatto era dalla distanza che si vede in foto, mentre il sole del tramonto già cominciava a mutare i colori del paesaggio con toni di giallo, arancione, rosso e rosa veramente eccezionali.

Insomma, alla fine s’è salvato e c’ha pure preso gusto visto che medita di ripetere l’esperienza  (assolutamente consigliata perché nel complesso molto divertente e con un contesto suggestivo e mozzafiato) nel nostro prossimo viaggio in Marocco.

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