Machu Picchu
Giramondo

Machu Picchu ed i mistici

Per il nostro viaggio di nozze abbiamo scelto – abbastanza d’impulso – l’America Latina.

Quanto al paese, l’opzione è caduta sul Perù, ritenendo fosse la nostra ultima opportunità per andarci. Tutti, infatti, tenevano a farci notare che poi, in futuro, con dei bambini, sarebbe stato impossibile andarci a causa delle rilevanti altitudini.

La partenza è stata fissata all’indomani del matrimonio, nel vero senso della parola, dopo appena 8 ore dalla fine della festa stavamo già in volo.

Benché fossimo distrutti di stanchezza non ce ne siamo affatto pentiti perché avevamo davvero bisogno di staccare.

Prima di partire c’eravamo attrezzati con scarponcini, vestiario tecnico, ivi inclusi speciali calzini da trekking.

Quando siamo giunti lì, ci siamo resi conto di quanto questa attrezzatura fosse inutile ed abbiamo capito che, fondamentalmente, ci sono tre categorie di turisti che visitano Machu Picchu:

  1. la categoria di cui facevamo parte anche noi: quelli che sono convinti che stanno andando a fare un inca trail anche, se di fatto, sulla montagna ci arrivano con l’autobus;
  2. i turisti convinti che siccome stanno andando a sud allora ci deve essere caldo sempre e comunque ed adottano uno stile da spiaggia, probabilmente inopportuno  (le infradito nel tempio inca sono un tantino eccessive);
  3. e poi loro, la terza categoria, i miei preferiti, i mistici.

Orbene, costoro sono convinti che recandosi presso il tempio del sole ed il tempio della luna si possa assorbire l’energia mistica proveniente da un luogo dotato di una particolare spiritualità. Ecco perché si aggirano a piedi scalzi con l’aria sognante per le aree del tempio. Sono rigorosamente muniti di croce andina da ricaricare con l’energia mistica per portarsela a casa e utilizzare all’occorrenza. Ecco, loro, essendo animati da questa forza divina non percepivano la stanchezza, non provavano né dolore né fatica ed avevano un personale esile e leggero. Ammettiamo, però, che ci hanno un poco inquietato.

Ora, senza degenerare negli eccessi, veramente Machu Picchu ha qualcosa di magico e si comprende perché fu scelto dai sacerdoti inca come luogo da dedicare allo spirito.

Un’esperienza che merita di essere vissuta nonostante chi non sia un mistico alla fine proverà dolore alle gambe e stanchezza.

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